La collaborazione tra colleghi fondata su rispetto reciproco e fiducia è un modo di costruire una reputazione solida nella comunità professionale
Emanuela BARRERI
Stare con le altre persone ci fare stare bene, anche se talvolta non ne siamo consapevoli. Presi da mille impegni e dalle troppe scadenze spesso trascuriamo gli affetti e le relazioni. Oppure non ci relazioniamo con gli altri perché preferiamo stare da soli, perché per l’educazione che abbiamo ricevuto abbiamo paura di disturbare o di essere di troppo. O al contrario frequentiamo le altre persone per obbligo, perché riteniamo che sia necessario ed indispensabile farci vedere in determinati ambienti, essere in specifici luoghi e con specifiche persone.
Avere buone e autentiche relazioni con gli altri è però la premessa per una vita serena e equilibrata, sia in ambito privato che in ambito professionale.
Le relazioni autentiche ci fanno stare bene perché siamo “animali sociali”. Il rapporto con le altre persone ci gratifica e ci fa sentire parte di un gruppo, esprime e valorizza la nostra essenza umana e il nostro senso di appartenenza.
Questo accade indipendentemente dalle nostre caratteristiche di personalità, perché non è vero che chi è introverso non ha relazioni. Chi è più chiuso e ha maggiori difficoltà ad esporsi con gli altri ha sicuramente meno relazioni, ma molto probabilmente ha delle relazioni più solide, durature e sincere. Chi è estroverso e non ha difficoltà a relazionarsi con gli altri ha all’apparenza molte più relazioni che però potrebbero essere più superficiali e transitorie, meno stabili.
Indipendentemente dal nostro stile relazionale tendiamo però spesso a sottovalutare il valore delle relazioni, perché le consideriamo secondarie rispetto alle competenze tecniche o alle scadenze quotidiane.
Invece, le relazioni possono rivelarsi il vero motore del nostro lavoro, sia all’interno degli studi che nel rapporto con i clienti, con i fornitori e con tutti coloro con cui interagiamo quotidianamente.
Attraverso la relazione e la connessione con gli altri abbiamo la possibilità di semplificare il nostro agire quotidiano, di far sì che le difficoltà vengano condivise e che diventino pertanto più leggere.
Abbiamo la possibilità di creare un valore condiviso che ci aiuta ad affrontare la complessità del nostro lavoro.
Sotto questo aspetto sono particolarmente importanti le relazioni con i colleghi, perché attraverso i rapporti con chi fa il nostro stesso lavoro e affronta le medesime difficoltà rafforziamo il nostro senso di appartenenza e ci sentiamo meno soli.
Il lavoro del commercialista, per sua natura, è profondamente individuale. L’attenzione al dettaglio e la responsabilità personale sono elementi imprescindibili, sui quali si basa la professionalità.
Però questo non vuol dire che debba essere un lavoro solitario, anzi, la collaborazione con colleghi può non solo alleggerire il carico di responsabilità, ma anche arricchire il punto di vista professionale.
Aprirsi agli altri non vuol dire delegare la propria autorità, bensì condividere difficoltà, soluzioni e obiettivi.
E questo sia che si eserciti la professione in forma associata sia che la si eserciti in forma individuale.
È infatti sempre più frequente la collaborazione tra colleghi che non necessariamente sono associati tra di loro o condividono lo studio, ma che si sono specializzati in determinati settori e collaborano con altri colleghi, indirizzandosi reciprocamente i clienti o condividendoli, occupandosi ciascuno di un aspetto diverso, segnalando un cliente a un collega quando il caso non rientra nelle proprie competenze e accettando con gratitudine una segnalazione ricevuta nonché individuando in questi rapporti di colleganza una risorsa preziosa e non una sterile competizione basata spesso sulla paura che il collega “porti via il cliente”.
Possibile affrontare la complessità del lavoro con maggiore serenità
Chi riesce a lavorare con questa modalità non sarà mai solo, anche se esercita la professione in modo individuale e non è associato. È un modo di collaborare con gli altri che nasce sul rispetto reciproco, sulla fiducia, al di fuori della competizione. È un modo di costruire una reputazione solida nella comunità professionale che consente di affrontare la complessità del lavoro con maggiore serenità.
Investire tempo ed energia nelle relazioni non è solo desiderabile, ma necessario. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, saper costruire rapporti di qualità è una competenza da coltivare.
Il tempo speso per coltivarle oggi può trasformarsi in un capitale domani.