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Emanuela Barreri
Bisogna imparare a dire di no, anche per non lavorare gratuitamente

EUTEKNE PROFESSIONI

Bisogna imparare a dire di no, anche per non lavorare gratuitamente

Significa scegliere a chi dedicare il proprio tempo e le proprie competenze, consapevolmente

 

Emanuela BARRERI

 

Dire di no ci fa spesso sentire in colpa, inadeguati e a disagio.

Abbiamo paura di non riuscire a soddisfare le aspettative altrui, di non essere più amati o peggio di essere considerati cattivi. Ci è stato insegnato, fin da quando eravamo piccoli, che è buono e giusto essere disponibili verso l’altro e che non dobbiamo essere egoisti, ma al contrario altruisti. E che quindi è buono e giusto es- sere sempre disponibili agli altri, in modo che gli altri ci accettino e ci vogliano bene.

Questa disponibilità verso l’altro può essere sicura- mente fonte di gratificazione, ma  allo  stesso  tempo può anche essere frustrante, perché dentro di noi rimane quel senso di insoddisfazione o anche di rabbia per non essere stati del tutto autentici. Per aver fatto quello che volevano gli altri mettendo noi in secondo piano. L’aver fatto qualcosa voluto da un altro ci può la- sciare quel retrogusto di delusione, di non compiutezza, quella sensazione di “e se invece..”.

Se poi va male è ancora peggio. Ci pentiamo delle scelte e diciamo a noi stessi “dovevo fare come dicevo io”. Dobbiamo evitare la trappola del farci accettare per quello che facciamo invece di farci accettare per quel- lo che siamo, senza paure di essere inadeguati e di farci vedere fragili.

Il saper mettere confini tra noi e gli altri è importante

anche per conoscerci meglio, per lavorare di più su di noi e talvolta anche per proteggerci da furti di idee e prevaricazioni. Può accadere che l’altro ci voglia solo per interessi suoi, che sia centrato solo su sé stesso e che ci usi, non importa se consapevolmente o inconsapevolmente.

Dire di no vuole anche dire non lavorare gratuitamente, a meno che non sia una scelta libera e consapevole. Scegliere noi a chi dedicare il nostro tempo e le nostre competenze, consapevolmente. Vuol dire scegliere se fare prestazioni gratuite e nei confronti di chi. Le prestazioni gratuite sono un costo, ogni ora del nostro tempo costa.

Quando facciamo una prestazione gratuita in realtà stiamo regalando del denaro, non è solo una prestazione gratuita, è un dono all’altro che ha un valore quantificabile anche in termini economici.

E quel tempo, probabilmente, avremmo potuto usarlo meglio, magari per fare meglio un altro lavoro, per programmare nuove attività, per stare di più con i nostri collaboratori.

O anche, semplicemente, per avere più tempo per noi. Perché dire di no vuole anche dire non lavorare sempre e comunque, con ritmi che ci tolgono energie lasciandoci sfiniti nel corpo e nella mente.

La necessità di sentirci accettati e voluti è spesso legata a sentimenti di insicurezza e bassa autostima, che ci portano a pensare che gli altri valgano più di noi.

L’approccio dovrebbe invece essere l’opposto, essere consapevoli del nostro valore, rispettare in primo luogo noi stessi e dire di no a chi non ci stima, a coloro che ci usano non riconoscendo il nostro valore.

Un altro motivo che ci può portare a compiacere gli altri può anche essere il voler evitare a tutti i costi i conflitti, perché siamo convinti che facendo quello che gli altri desiderano eviteremo sicuramente qualsiasi for- ma di scontro, dimenticandoci che il futuro non è prevedibile, per cui non necessariamente a fronte di un nostro no ci sarà uno scontro o un conflitto. O anche

che il conflitto non è sempre negativo, anzi, può far nascere nuove energie e nuovi scenari. O ancora, che a fronte di un nostro no potrebbe semplicemente segui- re un confronto e non uno scontro.

È anche importante avere la forza di dire dei no prima di trovarsi invischiati in situazioni da cui non riusciamo più a uscire, perché abbiamo evitato o procrastina- to scelte che ci avrebbero impedito di entrare in circoli viziosi che hanno tutte le sembianze di sabbie mobili da cui è difficile uscire.

In questi casi, una volta capito l’errore iniziale, è fonda- mentale uscire subito fuori dalla spirale in cui si è entrati, perché più tempo passa e più è difficile liberarsi da impegni e incombenze che ci siamo accollati.

Dietro ai nostri no ci può anche essere la paura di perdere opportunità future, magari lavorative, e quindi di perdere soldi. Il tema del denaro è strettamente legato al tema della nostra sopravvivenza, perché col denaro compriamo il cibo che ci consente di vivere. Questa paura può essere inconscia, non razionale, e può indi- rizzarci, inconsapevolmente, ad azioni di cui ci penti- remo.

Perché dire dei no è avere il coraggio di dire dei sì a noi stessi, riconoscendo la nostra bravura. Credendo in noi stessi.

Il primo passo è quello di riuscire a vederci nelle nostre dinamiche interiori e dire di no quando lo riteniamo giusto, esprimendo il nostro parere senza offendere o aggredire l’altro, aspettando il momento giusto, quando l’altro è in grado di accettare la nostra posizione e non si sente attaccato.

Per dire sì a noi stessi, volendoci bene e riconoscendo il nostro valore.

Senza dimenticare che dire di no può essere anche utile gli altri.

 

Eutekne info – Martedì 9 maggio 2023 – RIPRODUZIONE VIETATA